Perché il sistema informativo di laboratorio (LIS) migliora i processi

La mancata interoperabilità tra i sistemi costituisce ancora una delle difficoltà nella gestione dei dati ospedalieri. Sempre più strutture si stanno dotando di un SIS (sistema informativo sanitario) digitale con l’obiettivo di avere, per ciascun paziente, informazioni aggiornate e semplici da gestire.   

All’interno dell’area diagnostica, il sistema informativo di laboratorio (LIS) è quel software che gestisce il flusso dati dei laboratori analisi. 

Le funzioni di base del LIS sono:  

  • gestire i test di laboratorio, tracciando i campioni e i processi di etichettatura e di ordinamento; 
  • provvedere alla validazione tecnica e clinica mediante l’esecuzione dei protocolli;
  • fornire reportistica e organizzare l’archiviazione delle informazioni;
  • integrarsi con altri sistemi informativi ospedalieri, o con la cartella clinica elettronica o il fascicolo sanitario elettronico.

Ciascuna struttura sanitaria può decidere come migliorare la gestione del flusso di dati, aggiungendo strumenti più evoluti alle funzioni base e personalizzando il LIS sulla base delle proprie esigenze. 

 

Un SIS evoluto 

Il SIS esiste in sanità fin dagli anni ‘80: nato per tenere traccia dei flussi e orientare la programmazione sanitaria, da un paio di decenni è uno strumento informatico raffinato per la gestione dei dati all’interno delle Asl. 

Oggi la situazione è frammentata poiché ciascuna realtà dispone della propria struttura informatica. Nel 2022 il Ministero della Salute ha proposto una riforma dei sistemi informatici sanitari, proprio per uniformare le diverse esperienze locali ed evitare la duplicazione dei dati.  

L’intento è razionalizzare l’esistente e arrivare a un Sistema unificato a livello nazionale, già previsto dal decreto legge 262/2016 che contiene il “Regolamento per l’interconnessione a livello nazionale dei sistemi informativi”. 
Tra gli ostacoli principali individuati dal Gruppo di Lavoro che si è occupato del documento ministeriale, la normativa sul trattamento dei dati personali occupa uno spazio importante. La difficoltà, tuttavia, non risiede a livello europeo, bensì nazionale. Per questo l’auspicio è che siano approvate nuove norme che favoriscano la circolazione dei dati e semplifichino il quadro normativo attuale. 

 

L’implementazione dei processi 

Tra le varie componenti del SIS, il LIS avrà un ruolo sempre più centrale. La diagnostica di laboratorio, infatti, è fondamentale nel processo di presa in carico del paziente e i sistemi più evoluti permettono un controllo diretto sugli strumenti e sulle apparecchiature. 

Dal punto di vista pratico, come un LIS efficiente può migliorare i processi? 

Partiamo dai campioni, che devono essere registrati al loro arrivo in laboratorio e poi tracciati durante l’analisi e la conservazione. Questo significa registrare tutte le informazioni non appena sono disponibili: codice identificativo, concentrazione, volume e quantità di particolato, risultati dei test, ma anche personale che ha interagito con il campione e lotto di appartenenza.  

Per quanto riguarda la standardizzazione dei flussi di lavoro del laboratorio e dei protocolli, è un LIS che funziona garantisce che ogni tecnico di laboratorio si attenga alle procedure, in modo che il risultato sia accurato e ripetibile. Un software evoluto può gestire le varie fasi dell’analisi, in modo che ciascun tecnico esegua tutte le azioni previste nell’ordine corretto. 

I laboratori hanno un carico di lavoro importante ed è fondamentale che riescano a gestire le grandi quantità di dati in modo accurato. Il LIS contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro collaborativo, nel quale è chiaro il ruolo di ciascuno, definito anche in base al tipo di dati cui ha accesso attraverso la piattaforma. 

Un programma dedicato al laboratorio, infine, permette anche di visualizzare i dati in modo chiaro, migliorando la qualità della reportistica. 

Integrare il LIS con gli altri sistemi dipartimentali non solo all’interno della singola azienda sanitaria, ma a livello nazionale, permetterebbe di mettere il paziente al centro, indipendentemente dalla Regione o dalla struttura nella quale è stato preso in carico.  

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