Obiettivo eHealth: mettere il paziente al centro

Artexe il 22 settembre 2022

Quando si parla di eHealth si pensa immediatamente alla semplificazione dei processi sanitari che la tecnologia consente: prenotazioni più veloci, possibilità di essere monitorati a distanza, maggiore personalizzazione delle terapie. 

Eppure, una caratteristica da non sottovalutare è come l’eHealth possa cambiare l’aspetto umano della medicina. Usare la tecnologia come un mezzo e non come un fine significa anche riuscire a mettere il paziente al centro, senza abbandonarlo davanti a uno schermo, ma riuscendo a preservare (e migliorare) il rapporto con gli operatori che si occupano della sua salute. 

 

Cos’è l’eHealth 

La prima definizione istituzionale di eHealth (o sanità elettronica) risale al 2004 e arriva dalla Commissione europea: “La sanità elettronica rappresenta un’importante innovazione, in grado di migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria e di rafforzare la qualità e l’efficacia dei servizi offerti. Per sanità elettronica si intende l’applicazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione all’intera gamma di funzioni che investono il settore sanitario”.  

Meno di dieci anni dopo, la stessa Commissione ne fornisce una versione più raffinata, dove compare anche il paziente. Nel 2012 infatti si parla di eHealth come “l’uso delle ICT nei prodotti, servizi e processi sanitari accompagnato da cambiamenti di ordine organizzativo nei sistemi sanitari e nuove competenze, il tutto finalizzato a un miglioramento della salute dei cittadini, dell’efficienza e della produttività in ambito sanitario, nonché a un maggiore valore economico e sociale della salute. L’eHealth riguarda l’interazione tra pazienti e prestatori di servizi sanitari, la trasmissione di dati tra le varie istituzioni o la comunicazione inter pares tra pazienti e/o professionisti in ambito sanitario”. 

 

L’accelerazione italiana dell’eHealth 

Sebbene siano quasi vent’anni che l’eHealth è entrata nel nostro vocabolario, la sua concretizzazione, almeno in Italia, si deve in larga parte alla pandemia di SARS-Cov2.  

La ricetta dematerializzata senza promemoria cartaceo, l’implementazione del fascicolo sanitario elettronico, la telemedicina: piccole innovazioni di cui si parla da anni ma che sono diventate davvero operative solo nell’ultimo biennio.    

Adesso la sfida è non dimenticarsi del motore di questa trasformazione: il paziente e il suo benessere. L’eHealth deve infatti essere utilizzata per migliorare il rapporto medico-paziente e per seguire in modo più capillare e meno invasivo la salute dei cittadini, per esempio attraverso i sensori indossabili che monitorano in tempo reale i parametri vitali. 

In questo senso si aprono opportunità interessanti di collaborazione tra pubblico e privato: sebbene non sia certificato come dispositivo medico, l’ultima versione dell’Apple Watch è in grado di intercettare problemi cardiaci come la fibrillazione atriale. 

 

Un nuovo modello di presa in carico 

Il PNRR punta molto sullo sviluppo dell’eHealth: recentemente sono state pubblicate in Gazzetta ufficiale le linee guida “Modello digitale per l’attuazione dell’assistenza domiciliare”, che intendono definire uno standard per l’utilizzo della telemedicina e, più in generale, creare un legame duraturo tra l’ospedale e il territorio. Il documento individua una serie di obiettivi da raggiungere entro determinate scadenze ed è uno dei passaggi più ambiziosi dell’intero Piano. 

Uno spazio sempre maggiore avranno i big data e l’intelligenza artificiale: già oggi esistono sofisticati algoritmi basati sul machine learning in grado di descrivere scenari della sanità del futuro. Questi software saranno sempre più importanti per affiancare gli operatori sanitari, che potranno così dedicarsi al rapporto umano con il paziente, mentre la tecnologia li supporterà nella diagnosi e più in generale nella presa in carico. 

Il libro bianco “Una Data Strategy per la sanità italiana” presentato da Anitec-Assinform, l’Associazione italiana per L’Information and Communication Technology aderente a Confindustria, stima il mercato dei big data e degli analytics in sanità per un valore di 135 milioni di euro nel 2022. Nel 2025 potrebbe arrivare a 200 milioni. L’obiettivo del libro bianco è stimolare l’elaborazione di una Data Strategy italiana per la sanità, che sia in grado di superare gli attuali limiti di interoperabilità, cybersicurezza e competenze digitali. New call-to-action